Fare scuola… ma non a scuola: i bambini hanno perso “pezzi” importanti?
Fare scuola… ma non a scuola: i bambini hanno perso “pezzi” importanti?
I nostri bambini si sono trovati improvvisamente senza scuola. Magicamente è scomparsa, perdendo anche le normali routine dello stare insieme con amici e maestre.
Quali proposte il Centro Infanzia C. e G. Ferro (asilo nido e scuola dell’infanzia) ha scelto di attivare? Con mezzi diversi ha scelto di continuare l’approccio in cui crede: una scuola luogo di relazioni generatrici di benessere, non isolata ma connessa quale parte fondante della Civitas Vitae della Fondazione OIC, la città della vita, un vero e proprio villaggio di relazioni. Non solo punto di riferimento per l’apprendimento.
In questo senso lo spirito originale del nostro Centro Infanzia, in coerenza con le indicazioni operative del Ministero, è innanzitutto quello di mantenere una relazione. Il Ministro infatti ha sollecitato “l’intera comunità educante, nel novero delle responsabilità professionali e, prima ancora, etiche di ciascuno, a continuare a perseguire il compito sociale e formativo del “fare scuola”, ma “non a scuola” e del fare, per l’appunto, “comunità”. Mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza, combatte il rischio di isolamento e di demotivazione. Le interazioni tra docenti e studenti possono essere il collante che mantiene, e rafforza, la trama di rapporti mantenere viva la comunità di classe e il senso di appartenenza alla scuola”. (Qui il testo completo)
I valori fondanti del Centro Infanzia C. e G. Ferro hanno il focus sulla relazione, sulla coesione sociale anche in ottica intergenerazionale, premessa indispensabile per reagire con prontezza in questa situazione. La scuola dunque deve farsi rete, e non generare ansia!
Dunque il primo scopo della didattica a distanza (DAD) per la scuola dell’infanzia, in queste difficili settimane, ha avuto due significati.
- Mantenere vivi i legami (non le competenze) e le relazioni.
- Assicurare l’essenziale continuità del percorso di apprendimento.
Data l’eccezionalità della situazione che ha coinvolto tutti noi è normale chiedersi se i bambini abbiano perso qualche “pezzo importante” in questi mesi. Auspichiamo che nessun insegnante si aspetti di trovare a settembre dei bambini identici a come sarebbero stati se questa situazione non ci fosse stata. Ma a maggiore rassicurazione si può trovare conforto nelle Indicazioni Nazionali per il curriculo della Scuola d’Infanzia e del primo ciclo di istruzione 2012, che delineano i traguardi per i bambini uscenti dal ciclo dell’infanzia, traguardi costruiti e valutati nel triennio scolastico.
“Al termine del percorso triennale della scuola dell’infanzia, è ragionevole attendersi che ogni bambino abbia sviluppato alcune competenze di base che strutturano la sua crescita personale. Riconosce ed esprime le proprie emozioni, è consapevole di desideri e paure, avverte gli stati d’animo propri e altrui. Ha un positivo rapporto con la propria corporeità, ha maturato una sufficiente fiducia in sé, è progressivamente consapevole delle proprie risorse e dei propri limiti,
quando occorre sa chiedere aiuto. Manifesta curiosità e voglia di sperimentare, interagisce con le cose, l’ambiente e le persone, percependone le reazioni ed i cambiamenti. Condivide esperienze e
giochi, utilizza materiali e risorse comuni, affronta gradualmente i conflitti e ha iniziato a riconoscere le regole del comportamento nei contesti privati e pubblici. Ha sviluppato l’attitudine a porre e a porsi domande di senso su questioni etiche e morali. Coglie diversi punti di vista, riflette
e negozia significati, utilizza gli errori come fonte di conoscenza. Sa raccontare, narrare, descrivere situazioni ed esperienze vissute, comunica e si esprime con una pluralità di linguaggi, utilizza con sempre maggiore proprietà la lingua italiana. Dimostra prime abilità di tipo logico, inizia ad interiorizzare le coordinate spazio-temporali e ad orientarsi nel mondo dei simboli, delle rappresentazioni, dei media, delle tecnologie. Rileva le caratteristiche principali di eventi, oggetti, situazioni, formula ipotesi, ricerca soluzioni a situazioni problematiche di vita quotidiana. È attento alle consegne, si appassiona, porta a termine il lavoro, diventa consapevole dei processi realizzati e li documenta. Si esprime in modo personale, con creatività e partecipazione, è sensibile alla pluralità di culture, lingue, esperienze”.
La bellezza e la portata di questo documento, che riconosce i principi psicopedagogici e le scoperte neuroscientifiche degli ultimi anni, pone l’attenzione sui traguardi finali non tanto su attività di prescrittura, pregrafismo o precalcolo, riconoscendo invece un tempo di gioco, meglio se destrutturato, ancor meglio se in natura, come luogo di apprendimento appassionato nell’età dell’infanzia (Qui il testo completo)
Come genitori possiamo osservare i nostri bambini amorevolmente e sostenerli con gentilezza in queste competenze, organizzandoci per giocare con loro, seguendo le loro passioni, certi che l’apprendimento sarà tracciato dalle emozioni gioiose sperimentate. E queste competenze saranno prerequisito fondamentale ai processi d’apprendimento della scuola primaria. Come genitori possiamo accogliere le emozioni spiacevoli che hanno provato per aver dovuto rinunciare a stare con gli amici, i nonni, i familiari e alle libertà che davano per scontate. Possiamo sostenerli emotivamente nella comprensione, mostrando e vivendo con loro anche i lati positivi, accompagnandoli nelle loro grandi conquiste, nei salti di crescita che ci stupiscono e ci fanno sentire sereni nel nostro difficile e bellissimo compito di genitori.
Tutto questo è già un grandissimo lavoro, un prendersi cura che facilita la rielaborazione emotiva di questo incredibile periodo ed è il più bel lavoro educativo che un genitore possa fare!
Dott.ssa Alessandra Bocchio Chiavetto
Psicologia, Comunicazione, Formazione,
Sviluppo e Coordinamento di Progettualità Psico-Educative ed Intergenerazionali